Direzione regionale Musei nazionali Toscana

“La committenza artistica di Filippo Carducci: una testimonianza donatelliana nella Villa medicea di Cerreto Guidi”, una conferenza di Paolo Cova


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Sabato 14 giugno, ore 16. Ingresso libero

Nella Villa medicea di Cerreto Guidi si conserva, nella Sala 3, un fronte di camino in pietra serena, datato 1439, che reca al centro l’arme di “popolo” sostenuta da un erote che, sul fianco destro, è collegato tramite un festone vegetale con altri tre putti,che sorreggono lo stemma fasciato e bandato di Filippo Carducci, Gran Gonfaloniere della Repubblica. È stato ipotizzato che questo manufatto in origine facesse parte dell’arredo di Villa Carducci – Pandolfini e che sia stato rimosso contestualmente allo stacco degli affreschi di Andrea del Castagno. Entrato in possesso dell’antiquario Stefano Bardini, attualmente fa parte dell’esposizione della Villa medicea di Cerreto Guidi. Stilisticamente il frammento lapideo rimanda al Pulpito di Prato e, per questo motivo, è attribuito a Donatello e bottega.

A questo particolare frammento di opera è dedicata la conferenza di  Paolo Cova, introdotto da Andrea Vanni Desideri, “La committenza artistica di Filippo Carducci: una testimonianza donatelliana nella Villa medicea di Cerreto Guidi” di sabato 14 giugno, alle 16, nella Villa medicea di Cerreto Guidi. Ingresso libero.

Nato a Firenze nel 1449, Filippo Carducci ricevette una formazione neoplatonica e fu amico di Marsilio Ficino, scrivendo un sermone sulla penitenza. Ricoprì diverse cariche politiche a Firenze dal 1484, ma fu escluso durante la Repubblica democratica (1494-1497). Tornato in politica, si allineò agli Arrabbiati, cercando di centralizzare il potere. Nel 1501, come gonfaloniere di Giustizia, propose riforme costituzionali per un governo più oligarchico, denunciando la disorganizzazione della città. Dopo un fallimento a Pistoia e un allontanamento dalla vita pubblica sotto il regime popolare, tornò attivo con il rientro dei Medici nel 1512. Morì a Firenze intorno al 1520.

Uomo di profonda cultura, Filippo è oggi noto soprattutto per aver commissionato la decorazione della dimora da lui acquistata nel 1427 e ubicata nella zona sud-occidentale di Firenze: l’edificio, oggi noto come Villa Carducci – Pandolfini, conservava al proprio interno il ciclo di affreschi raffigurante “Uomini e donne illustri” che Andrea del Castagno eseguì sotto il loggiato, trasformato poi in salone. Le pitture, ritrovate sotto le scialbo che le occultava nel 1847, furono staccate e acquistate dal governo granducale. Esposte nel 1865 al Museo di Bargello, sono state successivamente trasferite al Museo di Andrea del Castagno in Sant’Apollonia, quindi, dopo l’alluvione, sistemate negli ambienti dell’antica chiesa di San Pier Scheraggio, al piano terreno della Galleria degli Uffizi, dove ancora si trovano.

Nel 1948-49, alcuni saggi effettuati sulle pareti del salone di Villa Carducci – Pandolfini hanno permesso di ritrovare altri affreschi ancora in situ: un gruppo con la Madonna e il Bambino sotto il tendaggio a padiglione aperto da due angeli, affiancati dalle figure di Adamo ed Eva


Villa medicea di Cerreto Guidi e Museo storico della Caccia e del Territorio