Museo di Casa Vasari
lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì e sabato ingresso ogni ora dalle 8.30 alle 19.30, con turni di visita di 1 ora, ultimo ingresso 18.30
Mercoledì 7 agosto, in occasione del patrono di Arezzo, il Museo chiuderà alle 13.30, con ultimo ingresso al pubblico alle 12.30.
Nell'ambito del piano di valorizzazione, nei giorni 28 e 30 luglio, 4 agosto, 1 e 8 settembre e 1 novembre il Museo sarà straordinariamente aperti fino alle 18 (ultimo ingresso ore 17)
domenica e festivi ingresso ogni ora dalle 8.30 alle 13.30, con turni di visita di 1 ora, ultimo ingresso 12.30
I biglietti sono acquistabili alla biglietteria del museo e online all'indirizzo: discoverarezzo.ticka.it dove sono anche consultabili le condizioni di vendita. Per informazioni: +39 0575 1696258
La biglietteria chiude 30 minuti prima del Museo.
Intero: € 4 + € 3 diritto di prevendita online
Ridotto: € 2 + € 3 diritto di prevendita online
Gratuito + € 3 diritto di prevendita online
Museo di Casa Vasari e circuito museale aretino (Basilica di San Francesco, Museo di Casa Vasari e Museo Archeologico Nazionale Gaio Cilnio Mecenate)
Intero: € 17 + € 3 diritto di prevendita online
Ridotto: € 8 + € 3 diritto di prevendita online
Gratuito + € 3 diritto di prevendita online
Una casa principiata in Arezzo, con un sito per fare orti bellissimi nel borgo San Vito, nella migliore aria della città: con queste parole Giorgio Vasari descriveva la sua casa, acquistata nel 1541, oggi sede del museo omonimo. L’abitazione si sviluppa su quattro livelli: il seminterrato; il piano nobile, con affaccio diretto sul giardino; il secondo piano, probabilmente destinato alla servitù, piuttosto rimaneggiato; le soffitte. Accanto alla casa si estende il giardino pensile all’italiana, in origine più esteso e con degli orti.
Vasari affrescò riccamente le sale dell’appartamento signorile, seguendo un preciso programma di celebrazione del ruolo dell’artista, utilizzando riferimenti mitologici, biblici, e allegorie.
Nel 1911 – in occasione del quarto centenario della nascita dell’artista aretino – la dimora venne acquistata dallo Stato italiano per destinarla a Museo.
Negli anni Cinquanta del secolo scorso il Museo assunse il suo aspetto attuale, con l’eliminazione degli arredi in stile e l’allestimento di una piccola quadreria con opere di Vasari, dei suoi collaboratori, e di altri pittori toscani, ben rappresentativa del Manierismo toscano.
All’interno di Casa Vasari si conserva inoltre il prezioso Archivio vasariano, contenente la corrispondenza del poliedrico artista e documenti quali le Ricordanze e lo Zibaldone.
La collezione
Il museo è caratterizzato soprattutto dalla presenza di pitture murali sulle pareti e sulle volte, e dai dipinti su tavola che l’artista realizzò a più riprese per decorare la propria abitazione.
In particolare, nella Sala del Trionfo della Virtù, la rappresentazione è incentrata sul ruolo dell’artista, e sull’influsso degli astri sulla vita umana: celebri artisti dell’antichità, figure allegoriche e, sul soffitto, Il Trionfo della Virtù che lotta con la Fortuna e l’Invidia. Nella Camera di Abramo, ovvero la camera nuziale, ha particolare risalto Dio padre che benedice la generazione di Abramo nel tondo centrale del soffitto. Nelle altre sale, Apollo e le Muse, la Fama, e numerosi ritratti di artisti contemporanei a Vasari.
I dipinti esposti a Casa Vasari, nella Quadreria allestita agli inizi degli anni Cinquanta e rinnovata nel 2011, provengono per la maggior parte dalle collezioni delle Gallerie Fiorentine e presentano una rassegna di pittori cinquecenteschi riferibile in particolare ai cosiddetti “pittori dello studiolo”, ossia gli artisti che – intorno al 1570 collaborarono insieme a Vasari alla decorazione dello Studiolo di Francesco I de’ Medici in Palazzo Vecchio, tra cui Jacopo Zucchi, Carlo Portelli, Mirabello Cavalori, Francesco Morandini, Alessandro Allori, Perin del Vaga, Giovanni Stradano, Maso da San Friano, Santi di Tito, ed altri di ambito aretino e fiorentino.
Sono poche le opere appartenenti all’arredo originale della casa: la Venere in gesso attribuita a Bartolomeo Amannati, posta a coronamento del camino nella Sala del Trionfo della Virtù, e la terracotta policroma invetriata raffigurante l’imperatore romano Galba di profilo, attribuita ad Andrea Sansovino ed esposta nel cosiddetto Stanzino vasariano riallestito e riaperto al pubblico insieme alla Cappellina.
Aperta al pubblico anche la nuova Sala video che arricchisce ulteriormente il percorso museale.