Direzione regionale Musei nazionali Toscana

“Matteotti, martire e maestro”. Un incontro per il centenario dell’assassinio di Giacomo Matteotti, con Luca Baiada e Valdo Spini


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Martedì 22 ottobre 2024, ore 16.00. Ingresso libero

Il museo nazionale di Casa Giusti  commemora il centenario della morte di Giacomo Matteotti,  in collaborazione con il Comune, con l’ANPI territoriale e col Comitato Difesa Costituzione dell’Empolese Valdelsa, con l’incontro “Matteotti, martire e maestro” in programma martedì 22 ottobre 2024 alle 16.00, a ingresso libero.

“Adesso preparate il mio elogio funebre”, disse Giacomo Matteotti al deputato socialista friulano Giovanni Cosattini che gli sedeva accanto il 30 maggio 1924 e che si era congratulato con lui per il suo storico discorso, che denunciava i brogli delle elezioni del 6 aprile insieme alle violenze, alle illegalità e agli abusi.

Alcuni tra i più illustri studiosi, storici e autori delle più recenti pubblicazioni dedicate a Matteotti: Valdo Spini, presidente della Fondazione Circolo Fratelli Rosselli e il magistrato Luca Baiada  ripercorreranno con nuovi approfondimenti e contributi pagine di storia e memoria sempre necessaria.

All’incontro parteciperanno anche gli studenti e le studentesse dell’ITS “Francesco Forti” di Monsummano Terme, accompagnati dai docenti Roberta Bini, Chiara Cecchi, Loredana Ales ed Elena Guerri, Stefano Borracchini, Cosimo Magnelli e Matteo Taddei; sarà presente anche il Prof. Luca Bravi dell’Università di Firenze, per il protocollo d’intesa in atto tra il Laboratorio di Public History of Education Laboratorio del Dipartimento Formazione, Lingue, Intercultura, Letterature e Psicologia e l’Istituto Marchi – Forti , come supporto per lo studio delle numerose tematiche della storia del Novecento.

“Oggi, alla luce delle tante opere e dei tanti dibattiti che si sono sviluppati in occasione del centenario di Giacomo Matteotti – sottolinea Valdo Spini – possiamo affermare chiaramente che Giacomo Matteotti è stato non solo un coraggioso martire dell’antifascismo, ma anche un maestro politico nella dottrina e nella prassi”.

“Innamorato della vita e della giustizia, Giacomo Matteotti, socialista e giurista, amministratore e deputato – aggiunge Luca Baiada – è il più audace dei riformisti e il più paziente dei rivoluzionari. La sua lezione vale ogni giorno, cioè anche oggi e domani”.

Giacomo Matteotti, nato in una famiglia benestante del Polesine, all’epoca una delle zone più povere d’Italia, entrò giovanissimo nel Partito socialista. I successi universitari gli aprirono la carriera accademica in ambito giuridico, ma preferì la politica dalla parte degli sfruttati, dei poveri e degli ultimi, senza abbandonare lo studio teorico.

Con la Grande guerra si impegnò per il pacifismo, poi venne arruolato e trattenuto lontano dal fronte perché non facesse propaganda. Dopo il conflitto riprese l’attività negli enti locali, nel territorio, in Parlamento, nei contatti internazionali, con fermezza e senza sosta, sino al brutale assassinio nel 1924.

Matteotti, forte di una preparazione legale ed economica versatile, anche in ambito amministrativo e contabile, e con la conoscenza di diverse lingue estere, era capace di cogliere le tendenze del momento saldandole all’impegno nella lotta di classe e nella vita pubblica.

La sua linea politica, diversa sia dai compromessi dei moderati sia dalla confusione degli estremisti, si basava su uno studio incessante dei dati, specialmente economici, e delle norme giuridiche, ed era finalizzata a programmi politici in favore di una forte redistribuzione della ricchezza, oltre che all’elevazione morale e culturale dei lavoratori. Matteotti era un uomo attento, aggiornato, che seguiva la pittura, il teatro e la musica, e che si impegnava per una promozione sociale di condivisione di questo patrimonio.

Il suo amore per il vivere era indistinguibile dall’impegno sociale e dall’intransigenza. Pochi mesi prima di morire scrisse: “Cerco la vita. Voglio la lotta contro il fascismo. Per vincerla bisogna inacerbirla. Ci vuole gente di volontà e non degli scettici”.


Museo nazionale di Casa Giusti