Lunedì 3 giugno 2024, ore 17. Ingresso libero
A poco più di un anno dal primo centenario della morte di Stefano Bardini sarà a breve online la banca dati dei primi anni del suo carteggio e una parte della fototeca ed è stato pubblicato il volume che raccoglie le numerose iniziative organizzate nel 2022 per ricordare il noto antiquario e approfondire temi e novità sul progressivo e importante recupero del patrimonio dell’Eredità Bardini.
Le celebrazioni di Stefano Bardini, morto a Firenze nel settembre del 1922, hanno rappresentato lo stimolo e l’occasione, per la Direzione regionale musei nazionali della Toscana del Ministero della Cultura di valorizzare il patrimonio del Museo e Galleria Mozzi Bardini, uno dei musei gestiti direttamente, che si trova a Palazzo Mozzi, sede della stessa Direzione e del Segretariato regionale.
In continuità con il lavoro di ricerca e valorizzazione iniziato nei primi anni Duemila, dal 2020 nuovi studi e approfondimenti sono stati dedicati ai preziosi quanto inediti manufatti dell’Eredità Bardini. Un’eredità per molti aspetti scomoda, difficilissima da gestire e tutelare senza adeguate risorse umane e finanziarie, costituita da migliaia di opere d’arte, mobili, strumenti di lavoro, documenti d’archivio e fotografie che alla sua morte, avvenuta nel 1965, Ugo Bardini, figlio e successore del più celebre Stefano, ha lasciato allo Stato Italiano dopo una lunga e travagliata vicenda.
Tra gli ultimi progetti appena realizzati e disponibili al pubblico oltre alla fototeca con più di 8000 fotografie già consultabili online la digitalizzazione del Carteggio di Stefano Bardini sarà presto disponibile all’indirizzo edvara.infofactory.it/carteggiobardini. Nella banca dati in costante aggiornamento sarà possibile leggere gli originali delle lettere che testimoniano gli innumerevoli contatti e gli scambi culturali e i documenti di affari con alcune delle maggiori personalità del suo tempo, come Wilhelm Bode, Bernard Berenson, Isabella Stewart Gardner (ancora oggi alle pareti dell’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston si vede il “blu Bardini”, la tonalità che la ricchissima collezionista statunitense vide a Firenze nelle sale dello showroom di Bardini), dei coniugi Edouard André e Nélie Jacquemart, di Elia Volpi, dei principi Romanov e dei principi Demidoff. Una funzionalità di ricerca semplice e una avanzata permettono di interrogare la piattaforma mediante l’utilizzo di alcuni campi a vocabolario: datazione della lettera, nome del mittente e del destinatario, tipologia di opera descritta, artisti e città nominate, musei, aste ed esposizioni citate. I risultati ottenuti (ordinabili per data, mittente e destinatario) restituiscono allo studioso e agli appassionati una breve scheda di sintesi del contenuto della lettera e l’immagine in alta risoluzione del documento che può essere così letto e consultato da remoto. Il lavoro di schedatura e digitalizzazione è stato reso possibile grazie ai fondi della Fondazione Memofonte (Finanziamenti Istituti culturali Art. 1, l. 534/96) e nasce dalla collaborazione di più Istituti: il Museo e Galleria Mozzi Bardini della Direzione regionale musei nazionali della Toscana (MiC), la Fondazione Memofonte, il Laboratorio LIDA del Dipartimento di studi umanistici dell’Università degli Studi di Udine e la Scuola di Specializzazione in beni storico artistici del Dipartimento di Storia, Archeologia, Arte e Spettacolo dell’Università degli Studi di Firenze.
Contemporaneamente esce il volume Stefano Bardini (1922-2022) a cura di Giulia Coco, Carlo Francini, Marco Mozzo e Valentina Zucchi che sarà presentato lunedì 3 giugno alle 17.00, al Museo civico Bardini, dopo i saluti istituzionali di Stefano Casciu, direttore regionale Musei nazionali della Toscana, da Paolo Coen e Francesco Vossilla e dai curatori.
Il volume riunisce le numerose iniziative organizzate per celebrare la figura del grande antiquario, approfondendo i poliedrici tratti della sua vita e della sua attività, valorizzando il rilievo che ebbe nella storia della città e nella definizione della sua immagine di capitale dell’arte. I testi e le immagini a colori accompagnano il lettore in un viaggio alla scoperta della sua sterminata collezione – dipinti e pitture, sculture, arredi lignei e mobili, arazzi e tessuti, corami, disegni, strumenti di lavoro – permettendo anche di ricostruire un periodo particolarmente florido per la storia dell’antiquariato. Testi di Dario Nardella, Matteo Spanò, Stefano Casciu, Bernabò Bocca, Giulia Coco, Marco Mozzo, Carlo Francini, Valentina Zucchi, Lynn Catterson, Virgina Napoleone, Valerie Romana Niemeyer, Giancarla Cilmi, Alberto Boralevi, Alessandra Nardi, Martina Di Veglia, Anna Giatti, Cristina Merelli, Lorenzo Orsini, Simone Chiarugi, Patrizia Labianca, Jasmine Sartor, Leonardo Zaffi.