Direzione regionale Musei nazionali Toscana

Voci di donne – Paola Presciuttini presenta “Trotula, quasi magistra” un ritratto letterario di Trotula De Ruggiero, prima ginecologa d’Europa e pioniera della medicina femminile


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domenica 23 marzo 2025, ore 16.30. Ingresso libero

Nel salotto di Casa Giusti proseguono gli incontri della terza edizione  della rassegna “Voci di Donne”,  realizzata dalla Direzione regionale musei nazionali  Toscana e dal Museo nazionale di Casa Giusti insieme al Comune di Monsummano Terme e all’Associazione Amici di Casa Giusti, con la partecipazione dell’Associazione Culturale e Teatrale Progetto IDRA.

Domenica 23 marzo alle 16,30 Paola Presciuttini presenta il suo  potente ritratto letterario di Trotula De Ruggiero ” Trotula, quasi magistra” vissuta intorno all’anno Mille, prima donna della Scuola Medica Salernitana a cavalcare il travagliato rapporto Scienza/Religione spingendosi laddove mai uomo aveva osato per partorire il primo Trattato di Ginecologia nella storia della Medicina. Esperta del corpo femminile, ha approfondito tematiche legate alle mestruazioni, alla gravidanza, al parto e alle cure di bellezza, distinguendosi per le sue conoscenze nel campo della salute femminile, sfidando le convenzioni sociali ed esercitando la sua professione con autorità. Le due opere principali che le vengono attribuite, ma che probabilmente non furono materialmente scritte da lei, sono un trattato sulle malattie femminili, indicato come Trotula major, e uno sulla cosmesi e la cura del corpo, conosciuto nella tradizione come Trotula minor. Trotula De Ruggiero non solo era una sanatrix (medica) ma anche una magistra (docente) anche se secondo alcune fonti storiche, nonostante la sua grande competenza, non avrebbe ricevuto il titolo ufficiale di “magistra” a causa delle limitazioni del tempo per le donne, ma la sua autorità come “specialista” era universalmente riconosciuta.

Nel romanzo corale della Presciuttini emergono, palpabili, l’amore contrastato per tutti gli uomini di una donna estrema e coraggiosa e la sua profonda comprensione per dolori e piaceri femminili ignorati da secoli.  In una Salerno medievale, in occasione del funerale di Trotula, tremila persone seguiranno il feretro di una donna né regina né santa, ma grande medico tra i medici.

Primi anni del secolo XI. Nel castello del nobile De Ruggiero l’infanzia di una fanciulla sta per essere interrotta dall’arrivo del precettore Gerardo, che si troverà a domare l’anima selvatica di una bambina vorace di matematica e filosofia quanto dei rimedi popolari. Al momento della morte per parto della madre si palesa la vocazione che dominerà la sua vita: Trotula vuole indagare le ragioni di quella morte. La curiosità dettata da rabbia e dolore si trasforma in passione per la medicina, spingendola alle porte della celebre Scuola Medica Salernitana.
Sposatasi al medico Giovanni Plateario, dopo essersi dedicata alla crescita dei figli Trotula li affida alla fedele tata Iuzzella per concludere gli studi di Medicina. Ma, allontanatasi per lunghi mesi nel tentativo di arginare un focolaio di tisi nelle terre paterne, la donna ritrova un Giovanni sempre meno disposto ad accettare una moglie tanto indipendente. L’arrivo a Salerno di Gerardo, strappato da Trotula al suo anacoretismo, fa traboccare il vaso della gelosia maritale, spingendola ad abbandonare la famiglia. Non più figlia di un nobile, né moglie di un affermato medico, inizierà a offrire le sue cure a chiunque ne abbia bisogno, andando di casa in casa come una semplice levatrice.
Ma ben altro ha in serbo il destino per Trotula e, complici il dialogo ritrovato con Giovanni e la sacrilega offerta di un Gerardo in punto di morte, nuove fondamentali intuizioni porteranno Trotula alla scrittura di due trattati medici che daranno senso a tutto il suo coraggioso percorso.

“Tutti gli impedimenti, i divieti che mi erano stati imposti
una volta finiti gli anni incantati dell’infanzia mi avevano
spesso fatto rimpiangere di essere nata femmina.
La guerra, i viaggi, gli abiti stessi mi davano la certezza
che essere maschio portasse molte più libertà.
Anche i sapienti che studiavo erano tutti uomini,
quasi che le donne nel passato non fossero esistite e,
se mai avessero vissuto su questa terra, nessuna di loro
era stata capace di pensare niente di tanto interessante
da essere scritto per tramandarlo ai posteri.
Dopo aver capito che da un corpo, del tutto identico al mio,
era uscito quell’essere così perfetto, ogni rammarico era sparito.”

Paola Presciuttini è nata a Firenze nel 1970. Ama definirsi una Cantastorie. Ha studiato Lettere e Filosofia. E’ stata allieva e ha poi collaborato con Dacia Maraini. Dal 1994 pubblica romanzi e racconti per vari editori nazionali. Ha scritto per il teatro e la pubblicità. La mannaia. Il macello della peste, ed. Meridiano Zero, 2017, romanzo ambientato durante la peste del 1348. Nel suo romanzo più letto e premiato Trotula, ed. Meridiano Zero, 2014, frutto di lunghi anni di studio, ricerca e passione, scrittura evocativa e affresco storico sono perfettamente intrecciati.  Insegna da trent’anni anni Scrittura Creativa.
I prossimi appuntamenti:
sabato 29 marzo ore 16,30
Caterina Ranieri
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Museo nazionale di Casa Giusti