Direzione regionale Musei nazionali Toscana

Voci di donne – Caterina Ranieri presenta “Ipazia d’Alessandria: crepuscolo di un mondo che muore o alba di un futuro che fiorisce e lentamente avanza?”


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Sabato 29 marzo 2025, ore 16:30. Ingresso libero

Nel salotto di Casa Giusti proseguono gli incontri della terza edizione  della rassegna “Voci di Donne”,  realizzata dalla Direzione regionale musei nazionali  Toscana e dal Museo nazionale di Casa Giusti insieme al Comune di Monsummano Terme e all’Associazione Amici di Casa Giusti, con la partecipazione dell’Associazione Culturale e Teatrale Progetto IDRA.

Sabato 29 marzo, alle 16:30, Caterina Ranieri presenta “Ipazia d’Alessandria: crepuscolo di un mondo che muore o alba di un futuro che fiorisce e lentamente avanza?”. Matematica, astronoma e filosofa greca antica  con le sue teorie e le sue scoperte fu studiosa di fama nel suo tempo fino alla tragica morte per mano di una folla di fanatici cristiani. Amata dai filosofi illuministi, da Leopardi e protagonista di una delle ‘città invisibili’ di Calvino, le sono state dedicate opere, studi e testi in ogni tempo.

Ipazia, figura di spicco nel panorama intellettuale tardoantico, incarnò l’apice della cultura alessandrina. Nata tra il 355 e il 370 d.C., figlia del matematico Teone, ereditò e superò la sua erudizione,  fino a raggiungere i vertici della scuola neoplatonica di Alessandria. La sua fama trascendeva i confini della città, attirando discepoli bramosi di attingere alla sua sapienza in filosofia, matematica e astronomia. Dotata di acume straordinario, si dedicò con fervore all’esegesi dei testi classici, redigendo commentari alle “Coniche” di Apollonio di Perga e all'”Aritmetica” di Diofanto, opere che testimoniano la sua profonda cognizione matematica. La sua eloquenza e il suo carisma la resero una figura di riferimento nel dibattito intellettuale dell’epoca, esercitando un’influenza notevole sulla vita culturale e politica di Alessandria.

La sua tragica morte, nel 415 d.C., per mano di una turba di cristiani inferociti e forse istigati dal vescovo Cirillo di Alessandria, segnò un punto di svolta nella storia della città, preludio al declino della sua egemonia culturale. L’assassinio di Ipazia, un atto di inaudita violenza, rappresentò la soppressione di un faro di razionalità, un simbolo della crescente intolleranza che avrebbe avvolto il mondo antico. La memoria della filosofa, tramandata attraverso le testimonianze di Socrate Scolastico e Damascio, si è caricata di valenze simboliche, divenendo un’icona della libertà di pensiero e dell’emancipazione femminile. La sua figura, avvolta nel mistero e nella leggenda, continua a suscitare ammirazione e interrogativi, alimentando il dibattito sul ruolo della donna nella scienza e nella società.

Caterina Ranieri, già docente di storia e filosofia, studiosa e ricercatrice, ha pubblicato saggi su riviste e volumi di critica letteraria, storica e filosofica. Tra le sue pubblicazioni si ricordano Scritti in onore di Enzo Misefari, Dipartimento di Storia moderna e contemporanea. Università di Messina, ed. Pellegrini, 1992; Onirico e dionisiaco in Cesare Pavese, in “Sotto il gelo dell’acqua c’è l’erba. Omaggio a Cesare Pavese”, ed. Dell’orso, Università di Torino, 2001; Semata, in “Terra e scrittura’, ed. Paideia, Firenze, anno 2003; In ricordo di Giuseppina: “la cerimonia del pane”, in AA.VV. Ci sia concesso il dono, Paideia, Firenze, 2018. Ha partecipato ai lavori per i nuovi studi riferiti all’opera e all’impegno politico di Giuseppe Giusti in occasione della celebrazione del bicentenario della sua nascita.


Museo nazionale di Casa Giusti