Annullato per maltempo: Voci di Donne. “Gusci, penne e foglie: gli studi naturalistici di Marianna Panciatichi Ximenes d’Aragona Paulucci”, una conferenza di Stefania Lotti

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Annullato per maltempo e rimandato a data da destinarsi
Un nuovo appuntamento con la rassegna “Voci di donne” venerdì 14 marzo alle 16.30 con l’incontro “Gusci, penne e foglie: gli studi naturalistici di Marianna Panciatichi Ximenes d’Aragona Paulucci” a cura di Stefania Lotti, curatrice del Museo della Fondazione Scienza e Tecnica di Firenze. Ingresso libero
Marianna Panciatichi Ximenes d’Aragona, nacque a Firenze nel 1835 e crebbe alimentando le sue passioni per le scienze naturali. Ricercatrice, studiosa e appassionata collezionista, contribuì allo studio delle scienze naturali, un settore al tempo dominato esclusivamente dal genere maschile. Visse fra Firenze e le sue tenute, fra cui il Castello di Sammezzano, ristrutturato in stile eclettico e orientalista dal padre, il Marchese Ferdinando. Il temperamento deciso, la meticolosità e la profonda determinazione nel condurre i suoi studi, le permisero di diventare una straordinaria esperta in malacologia e in altre discipline naturalistiche, affermandosi nel dibattito scientifico del tempo, allora declinato esclusivamente al maschile. Una classica educazione ottocentesca la portò ad appassionarsi ai molluschi fossili e alle conchiglie marine esotiche, che collezionò e studiò con rigore scientifico. Ma il suo contributo maggiore fu quello alla malacofauna continentale, ispirato dalle sue convinzioni patriottiche, che la portavano a sostenere l’Unità d’Italia attraverso la scienza. La Marchesa si impegnò a raccogliere materiale da tutta l’Italia, con lo scopo di stilare una lista faunistica delle specie di molluschi terrestri e d’acqua dolce nazionali, quando ancora l’Italia era una neonata e costituenda nazione, ponendola idealmente allo stesso livello di stati come Francia e Regno Unito che avevano già una forte e consolidata identità nazionale. Marianna Paulucci corrispondeva perfettamente alla figura classica del naturalista ottocentesco, cioè dello scienziato «a tutto tondo» che si occupava dei vari aspetti delle scienze naturali. In effetti furono molte le collezioni che ella riuscì a formare: paleontologica, botanica, ornitologica e malacologica. Alcune di queste, in tempi diversi, furono donate al Museo di Storia Naturale dell’Università degli Studi di Firenze, mentre altre vennero acquisite da prestigiosi istituti come l’Istituto Tecnico Toscano (ora Fondazione Scienza e Tecnica) di via Giusti a Firenze. L’importanza e la fama della Marchesa Paulucci restano però legate alla malacologia. Partita dallo studio dei fossili marini del Valdarno, in particolare delle conchiglie marine (donate e conservate attualmente nella sezione Paleontologica del Museo), cominciò poi a studiare e collezionare molluschi marini di tutto il mondo. La sua raccolta divenne presto famosa e molti tra i più eminenti malacologi del suo tempo diventarono suoi corrispondenti. Nel corso degli anni mise a disposizione la sua competenza e la sua collezione, tanto che molti dei suoi campioni furono studiati da specialisti di vari gruppi e sul suo materiale furono descritte molte specie nuove, alcune delle quali le furono dedicate (37 eponimi). La Marchesa Paulucci però è conosciuta soprattutto per l’apporto che dette alla malacologia continentale. Con una mole notevole di lavori scientifici inerenti i molluschi terrestri e d’acqua dolce italiani ed una collezione ancora oggi ritenuta di riferimento per la faunistica e sistematica della malacofauna terrestre italiana, è riconosciuta come una dei più importanti malacologi nazionali del XIX secolo.
La sua attività scientifica fu intensa e riconosciuta dai suoi contemporanei, tanto che il suo erbario arrivò a comprendere oltre 4000 esemplari, per la maggior parte di origine toscana. Realizzato nell’arco di circa tre lustri (dal 1884 al 1898) donato nel 1902 e attualmente nelle collezioni del Museo della Fondazione Scienza e Tecnica di Firenze, comprende oltre 4200 exsiccata forniti di dati di raccolta e appartenenti a 1492 specie. Tra le piante, erborizzate dalla stessa Marchesa, ne compaiono molte legate a località alpine, nelle quali era solita soggiornare in villeggiatura estiva, ma la maggior parte proviene dalla Toscana e soprattutto dalle sue avite tenute tra cui la villa di Torre degli Agli presso Novoli, a Firenze, nella quale furono raccolti numerosi esemplari che rappresentano oggi una preziosa testimonianza sulla composizione floristica di una località ormai completamente urbanizzata. Lo studio e la catalogazione informatizzata di questo erbario, realizzati tra il 1997 e il 1998, sono stati oggetto di una pubblicazione effettuata in occasione del IV Congresso della Società Italiana di Malacologia tenutosi a Firenze nel 1998.
Stefania Lotti si è laureata in Scienze Biologiche ed è curatrice del Museo della Fondazione Scienza e Tecnica di Firenze dove si occupa, dal 1998, di conservazione e valorizzazione delle collezioni di scienze naturali e di prodotti manifatturieri, derivate dall’ottocentesco Istituto Tecnico Toscano. Tra i suoi primi studi realizzati su questo patrimonio, figura quello relativo all’Erbario di Marianna Panciatichi Paulucci, i cui risultati furono presentati in occasione della prima giornata di studio dedicata a questa scienziata.
sabato 29 marzo ore 16.30 Caterina Ranieri presenta Ipazia d’Alessandria: crepuscolo di un mondo che muore o alba di un futuro che fiorisce e lentamente avanza?
Museo nazionale di Casa Giusti