ex Chiesa del Tau
Da martedì a sabato ore 8.30 - 13.30, la 2° e la 4° domenica del mese ore 8.30 - 13.30, il 1° e il 3° lunedì del mese 8.30 - 13.30.
Chiuso la 1°, 3° e 5° domenica del mese, i lunedì successivi alla domenica di apertura,1 gennaio, 25 dicembre.
Domenica 2 giugno la chiesa sarà straordinariamente aperta dalle 8.30 alle 13.30.
Prenotazione obbligatoria da concordare almeno 3 giorni prima con la segreteria del museo al numero +39 0573 24212 e/o 0573 32204 (attivo dalle ore 8.30 alle 13.30).
Ingresso gratuito
La Chiesa del Tau è dedicata a Sant’Antonio Abate. Il santo è solitamente raffigurato come un vecchio dalla lunga barba bianca, caratterizzato dal bastone a forma di T e dalla presenza di un maialino ai suoi piedi. Eletto a emblema dell’ordine del Tau per l’utilità che aveva il grasso di maiale nella cura di varie malattie (per le quali i confratelli erano noti), da lui deriva il cosìddetto “fuoco di sant’Antonio”. Gli allevamenti di porcellini, dei quali i frati si occupavano, rafforzarono nel tempo il legame tra l’immagine del santo e gli animali domestici, tanto da innalzarlo a protettore degli animali in generale e a patrono di tutte le attività rurali.
Il convento con l’annessa chiesa di Sant’Antonio Abate o del Tau (dalla T greca di smalto azzurro che i religiosi portavano cucita alla tunica e al mantello in ricordo della testa del bastone al quale il santo soleva appoggiarsi), venne fondato alla metà del Trecento per volontà di Fra Giovanni Guidotti, nel territorio parrocchiale di San Giovanni Fuorcivitas a Pistoia. L’edificio è costituito da tre spazi principali: il giardino coperto (originariamente l’orto del convento), il convento con il chiostro (anch’esso coperto) e la chiesa con la cripta sottostante.
L’intero complesso conventuale ha subito nel corso dei secoli notevoli trasformazioni. A seguito della soppressione dell’ordine, avvenuta nel 1774, l’edificio venne venduto a privati cittadini che frazionarono lo spazio ricavandone appartamenti. Questa condizione perdurò fino agli anni ’80 del 900, quando il convento venne restaurato, restituendo al complesso il suo originario assetto spaziale.
La chiesa è caratterizzata da un’unica navata suddivisa in tre campate con volta a crociera e presenta un presbiterio sopraelevato; da questa si accede alla sottostante cripta, caratterizzata da quattro vele che poggiano su di un pilastro centrale.
Sulle pareti della chiesa si sviluppa un interessante ciclo di affreschi. Databile al 1372, è opera del fiorentino Niccolò di Tommaso che si avvalse della collaborazione del pistoiese Antonio Vite, allievo di Gherardo Starnina. Queste pitture dichiarano l’aderenza ai modi della scuola dell’Orcagna, e si caratterizzano per il minuzioso programma iconografico, dagli evidenti scopi didascalici ed educativi, con storie tratte dal Vecchio Testamento, dal Nuovo Testamento e dalla vita di Sant’Antonio Abate. Ciascuna delle dodici vele, che costituiscono la copertura della chiesa, è dedicata ad un episodio della Genesi, della Creazione del cielo e della Terra, dei Giganti. La dettagliata rappresentazione iconografica è resa con grande chiarezza e semplicità per rendere leggibile ai fedeli le finalità dell’opera dell’ordine. L’intero complesso denuncia forti tangenze con la cultura fiorentina, ben evidenti nell’impiego della pietra forte, unico esempio di tal genere in città.
L’attiguo Palazzo del Tau dal 1990 ospita la Fondazione Marino Marini e accoglie opere (sculture, dipinti, disegni) dell’artista pistoiese. Anche nella chiesa sono esposte alcune opere monumentali del Marini come: Il Miracolo (1953/54), Il Cavaliere (1956/57), Il grande grido (1962), La Composizione di elementi (1964(65), Una forma in un’idea (1964/65).