Direzione regionale Musei nazionali Toscana

Apertura straordinaria e visite con il direttore alla mostra “Tesori dalle terre d’Etruria. La collezione dei conti Passerini, Patrizi di Firenze e Cortona


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Direzione Regionale Musei Toscana

In occasione dell’apertura gratuita straordinaria del museo dalle 13 alle 19,  il direttore Mario Iozzo accompagnerà il pubblico in tre visite guidate alle 15-16 e 17 alla mostra “Tesori dalle terre d’Etruria. La collezione dei conti Passerini, Patrizi di Firenze e Cortona”  che ha curato insieme a Maria Rosaria Luberto.

Nella mostra per la prima volta dopo circa 150 anni è esposta al pubblico interamente riunita nei suoi nuclei principali, la collezione archeologica del conte Napoleone Passerini (1862-1951) e della sua famiglia, in parte conservata nei magazzini del Museo archeologico nazionale di Firenze e ora completata da 82 pregiate antichità prevalentemente etrusche e greche, consegnate da una generosa donatrice fiorentina nel 2016 al Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale di Firenze.

Il conte Napoleone, legittimo erede del facoltoso Pietro Passerini da Cortona, dell’antica stirpe del cardinal Silvio (amico fraterno di Giovanni de’ Medici, ovvero Papa Clemente VII), oltre ad essere un agronomo di chiara fama, fondatore e proprietario dell’Istituto Agrario di Scandicci, e ad aver selezionato la razza Chianina nelle sue fattorie in Val di Chiana, fu appassionato collezionista e fin dall’adolescenza radunò la straordinaria raccolta, in parte ereditata dal padre, promuovendo scavi e acquistando capolavori, molti dei quali fanno oggi bella mostra in alcuni fra i più grandi musei del mondo.

Tra i capolavori esposti anche una straordinaria e rara anfora a figure nere attribuita al gruppo di Leagros.

“L’anfora ateniese a collo distinto decorata intorno al 510 a.C. a figure nere da un pittore del Gruppo di Leagros con scene di Eracle con il cinghiale dell’Erymanthos su un lato, presenta sull’altro lato un’associazione iconografica importante – racconta Mario Iozzo – piuttosto rara: Peleus che conquista con la forza Thetis, futuri genitori del grande Achille, alla presenza del centauro Cheiron. L’associazione credo sia legata non tanto al fatto che il saggio e benevolo centauro fosse stato il pedagogo di Peleo e lo sarebbe diventato anche del piccolo Achille, una volta nato, quanto piuttosto al fatto che fosse stato proprio Chirone a suggerire all’amico Peleo lo stratagemma di afferrare la nereide Teti e tenerla ben stretta per assicurarsi così la conquista dell’amata. Anche se Teti, divinità dell’elemento liquido, avesse assunto le più variegate forme (fuoco, acqua, animali) per sfuggire all’abbraccio del suo tenace corteggiatore, Peleo non avrebbe dovuto allentare la presa fintanto che non avesse nuovamente assunto la sua forma originaria e si fosse così finalmente aperta la via alle nozze, poi celebrate sullo stesso monte Pelio tra feste e canti degli dei.”

La storia prosegue sul fregio principale del vaso François, uno dei capolavori del museo, il ‘re dei vasi’ dove si ammirano i dettagli dello straordinario corteo divino in onore delle nozze. Modellato dal vasaio Ergòtimos e dipinto dal pittore Kleitìas, che orgogliosamente lo firmarono per ben due volte (una su ciascun lato), il grande cratere (vaso per mescolare acqua e vino nel simposio), è un capolavoro della ceramografia greca realizzato ad Atene intorno al 565 a.C. e decorato con un complesso e articolato programma figurativo costituito da 270 figure e arricchito da 131 iscrizioni esplicative, il tutto distribuito su nove registri e sei pannelli figurati.


Museo archeologico nazionale di Firenze