Visita guidata gratuita, incontro e conferenza di Andrea Zifferero dedicata a “Vigne e vitigni degli Etruschi. I progetti in corso e le prospettive della ricerca archeobotanica e genetica”
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Sabato 11 maggio 2024, dalle ore 10. Ingresso libero fino a esaurimento posti
Nella sala mostre del Museo Nazionale Etrusco di Chiusi il direttore del Museo, Fabrizio Vallelonga e il Sindaco della Città di Chiusi, Gianluca Sonnini, sabato 11 maggio 2024 alle 11, presenteranno la conferenza dedicata a “Vigne e vitigni degli Etruschi. I progetti in corso e le prospettive della ricerca archeobotanica e genetica” a cura del Prof. Andrea Zifferero organizzata in collaborazione con il Gruppo Archeologico di Chiusi e l’Azienda Agraria San Gregorio, preceduta alle 10 dalla visita guidata gratuita “Il museo si racconta” con il personale del museo.
Andrea Zifferero, docente di Etruscologia e Antichità Italiche e di Musealizzazione e Gestione del Patrimonio Archeologico del Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali dell’Università degli Studi di Siena e Direttore delle Collezioni di Archeologia e d’Arte del Sistema Museale di Ateneo (SIMUS), affronta il tema della domesticazione e della coltivazione della vite, mettendo in luce gli approcci promossi da discipline diverse, spesso in modalità interdisciplinari.
Chi voglia approfondire le tappe della domesticazione della specie deve partire dalle varietà di origine antica che ancora oggi sopravvivono nell’ambiente circostante i siti archeologici e che sono ancora rintracciabili nelle piante di vite selvatica (Vitis vinifera ssp. sylvestris). Il presupposto è che le popolazioni attuali di vite selvatica, presenti intorno ai siti di età etrusca e romana, siano le discendenti di antichi vigneti, sopravvissuti in forma rinselvatichita.
L’esperienza dei Progetti VINUM e ArcheoVino, promossi dal Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali dell’Università di Siena a partire dal 2004, hanno creato una collaborazione positiva con discipline come la botanica, l’archeobotanica e la biologia molecolare, investigando le popolazioni di vite selvatica in prossimità dei siti archeologici, in un vasto areale compreso tra la Toscana e il Lazio settentrionale. Gli studi hanno stabilito una similarità genetica tra diverse viti selvatiche e alcuni vitigni attuali, mettendo in luce episodi di domesticazione risalenti alle fasi di vita dei siti contigui. Le analisi del germoplasma hanno, inoltre, permesso di ipotizzare l’ingresso in area etrusca di varietà (p.es. vitigni come il Sangiovese e il Ciliegiolo), create dalla viticoltura magno-greca e siceliota, attraverso contatti commerciali avvenuti a partire dalla seconda metà dell’VIII secolo a.C.; tali contatti sono alla base del successivo sviluppo della vitivinicoltura vulcente nella Valle dell’Albegna (Grosseto). In questo settore i risultati ottenuti dalla ricerca biomolecolare hanno consentito di piantumare un vigneto sperimentale che applica la regola etrusca dei filari di vite maritata ad aceri, realizzato con varietà antiche recuperate nell’ambiente, in prossimità del sito etrusco di Ghiaccio Forte (Scansano).
Museo nazionale etrusco e necropoli di Chiusi