Villa Corsini a Castello
Dal 1° ottobre al 31 marzo
Seconda e quarta domenica del mese: ore 9.00-14.00 (ultima visita ore 13.00).
Massimo 25 persone per ogni turno di visita della durata di circa un'ora.
Dal 1° aprile al 30 settembre
1° e 3° venerdì del mese e tutti i sabati ingresso con visita accompagnata ore 14.00-15.00-16.00-17.00
2° e la 4° domenica del mese ingresso con visita accompagnata ore 9.00-10.00-11.00-12.00-13.00
Massimo 25 persone per ogni turno di visita della durata di circa un'ora.
La Villa resterà chiusa per tutto il mese di agosto e il 22 settembre.
Ingresso gratuito.
Prenotazione telefonica consigliata sopratutto in caso di gruppi di più di 10 persone al numero +39 055 450752, attivo tutti i giorni dalle ore 8.00 alle 13.00.
Il Giardino per motivi di sicurezza è chiuso.
Chiusa il 25 dicembre e 1 gennaio.
Elegante esempio di architettura tardo-barocca fiorentina, la villa fu inizialmente di Cristofano Rinieri, Consigliere del Duca Cosimo I, che vi fece lavorare il Tribolo e Pierino da Vinci (1543-1551). Nel 1697 fu acquistata da Filippo Corsini, Consigliere di Cosimo III de’ Medici, proprio per la sua vicinanza alla Villa medicea della Petraia, una delle residenze estive del Granduca. Corsini affidò la ristrutturazione dell’edificio a Giovanni Battista Foggini (1652-1725), architetto e scultore granducale, oltre che direttore delle Manifatture di Corte.
La Villa rimase in proprietà dei principi Corsini fino alla Seconda Guerra Mondiale, quando fu occupata dalle armate tedesche, per passare poi agli alleati della Divisione Folgore. Successivamente i Corsini la diedero in affitto alle suore Dorotee che vi ospitarono il loro Educandato, ma fu requisita dal Commissariato per gli alloggi del Comune di Firenze perché fosse assegnata a quattro famiglie di sfrattati. Rimase così occupata fino al 1956, quando Tommaso Corsini avviò le pratiche di vendita. Nel 1960 Villa Corsini passò alla famiglia Costoli e all’ing. Galliano Pio Boldrini. Nel 1968 i Costoli vendettero la loro parte allo Stato e il Boldrini donò la propria, come peraltro farà l’anno successivo anche con la Villa medicea di Cerreto Guidi, suo paese natio.
Passata al demanio dello Stato nel 1971, dal 2015 è entrata a far parte della Direzione regionale musei della Toscana e ospita oggi la sezione distaccata delle Sculture Etrusche e Romane del Museo Archeologico Nazionale di Firenze. Il supporto finanziario erogato dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze ha reso possibile, fra il 2000 e il 2010, il recupero architettonico dell’antico complesso barocco, con il rifacimento della facciata e di buona parte degli ambienti interni.
Nel salone sono stati collocati alcuni fra i marmi più significativi della raccolta del Museo Archeologico, fra cui spiccano la statua in porfido dell’imperatore Adriano, unica nel suo genere, e quella della Peplophoros dal Palazzo Da Cepparello (già Palazzo Portinari e poi Salviati), splendida replica d’età romana di un originale greco del V sec. a.C. Lungo le pareti del cortile, invece, hanno trovato posto numerosi sarcofagi e sculture etrusche in nenfro da Tuscania (alcuni dei quali provenienti dalla tomba gentilizia degli Statlane) databili tra la fine del IV e il II secolo a. C., oltre a un pregevolissimo sarcofago femminile da Tarquinia, decorato a bassorilievo con scene figurate cariche di valenze simboliche che alludono a riti e a culti salvifici, e ad alcune sculture romane.
In altri ambienti del piano terra si è voluto invece recuperare parte della fastosa decorazione di marmi antichi un tempo nel “Ricetto delle Iscrizioni” degli Uffizi, allestito dal Foggini per Cosimo III quale maestoso ingresso alla Galleria e dopo alterne fasi smantellato tra il 1910 e il 1920.
Al piano superiore i visitatori potranno ammirare un’ampia selezione di iscrizioni e soprattutto di ritratti in marmo, un tempo parte delle Collezioni mediceo-lorenesi, alcuni dei quali in deposito temporaneo dalle Gallerie degli Uffizi. Uno spazio è dedicato anche all’esposizione di alcuni pregiati reperti rinvenuti nel territorio circostante, attraverso i quali si può ripercorrere la millenaria storia della piana fiorentina. Fra questi spiccano i resti del corredo della “Tomba della Mula” (seconda metà VII sec. a.C.) e sculture funerarie di botteghe fiesolane arcaiche, tra le quali l’eccezionale “Cippo da Settimello” (metà VI sec. a.C.).
L’esposizione è finalizzata non tanto alla realizzazione di un allestimento museale nel senso tradizionale del termine, quanto alla restituzione della visibilità di opere conservate in questa villa, che da anni svolge la funzione di “Deposito Musealizzato” e di “Sezione distaccata della Scultura Antica” del Museo Archeologico Nazionale di Firenze. Si consiglia vivamente, infatti, a chi visita il Villa Corsini, di recarsi anche al Museo Archeologico Nazionale di Firenze, poiché le esposizioni nelle due strutture museali sono strettamente connesse.
La vita nelle ville e nei giardini medicei
Altre informazioni, pubblicazioni e fotogallery di Villa Corsini a Castello sono nel progetto Piccoli Grandi Musei