Villa medicea della Petraia
Novembre - febbraio
Giardino
Martedì - Domenica: ore 8.30 - 16.30 (ultimo ingresso 15.30).
Villa
Martedì - Domenica ingresso esclusivamente alle ore 9.30, 10.30, 11.30, 12.30, 14.30, 15.00 con visite accompagnate per un massimo di 25 persone.
Da Aprile a settembre
Giardino e Parco
Martedì - Domenica ore 8.30 – 18.30 (ultimo ingresso 17.30)
Villa
Martedì - Domenica ingresso esclusivamente alle ore 9.30, 10.30, 11.30, 12.30, 14.00, 15.00, 16.00, 17.00 con visite accompagnate fino a un massimo di 25 persone.
Ottobre e marzo
Giardino e Parco
Martedì - Domenica: ore 8.30 – 17.30 (ultimo ingresso 16.30).
Villa
Martedì – Domenica: ingresso esclusivamente alle ore 9.30, 10.30, 11.30, 12.30, 14.00, 15.00, 16.00 con visite accompagnate fino a un massimo di 25 persone.
Nell'ambito del piano di valorizzazione, il 30 novembre 2024 la villa sarà straordinariamente aperta dalle 19.30 alle 23.30
Il 24 giugno la Villa e il Parco saranno aperti con i seguenti orari:
Giardino e Parco
Martedì - Domenica ore 8.30 – 18.30 (ultimo ingresso 17.30)
Villa
Martedì - Domenica ingresso esclusivamente alle ore 9.30, 10.30, 11.30, 12.30, 14.00, 15.00, 16.00, 17.00 con visite accompagnate fino a un massimo di 25 persone.
Chiusa: Lunedì, 25 dicembre.
Si avvisa che per alcuni interventi di messa in sicurezza, il parco è temporaneamente chiuso al pubblico. Il giardino, invece, resterà regolarmente aperto
Attenzione con allerta meteo giallo/arancio/rosso i parchi, giardini e aree all’aperto della Direzione regionale musei della Toscana potrebbero essere chiusi al pubblico per garantire condizioni di sicurezza.
Ingresso gratuito
La Petraia è una delle più affascinanti ville medicee per la felice collocazione nel paesaggio, per l’eccellenza delle decorazioni pittoriche, per la rigogliosa natura del parco.
Dichiarata dall’UNESCO Patrimonio mondiale dell’Umanità nel 2013, distante pochi chilometri da Firenze è la tipica residenza suburbana, rifugio per i granduchi della famiglia Medici dalle fatiche della città.
Un antico edificio fortificato, di cui resta ancora la grande torre, fu ingrandito verso la fine del Cinquecento per realizzare l’attuale villa e il terreno circostante fu sbancato per inquadrarla nel bellissimo giardino a terrazze.
Il cortile della villa, coperto nell’Ottocento, è decorato con affreschi del Volterrano e di Cosimo Daddi. La famosa scultura bronzea del Giambologna raffigurante Venere-Fiorenza, che completava l’omonima fontana posta anticamente nel giardino della villa di Castello, è ora collocata all’interno per garantirne la conservazione.
LA STORIA
La Villa si erge con la sua inconfondibile torre in posizione dominante sulle pendici di Monte Morello degradanti verso la piana con splendida vista su Firenze. Il lato sud si affaccia sul giardino formale che si sviluppa su tre piani a terrazza sfruttando il pendio del sito: piano dei parterres, piano del vivaio e piano della figurina. Nonostante le modifiche apportate soprattutto nel XVIII e XIX secolo il giardino mantiene ancora intatta la spazialità geometrica dell’originario giardino cinquecentesco, che si deve a Ferdinando I dei Medici, così come documentato nella lunetta dell’Utens, oggi conservata, insieme alle altre tredici della serie, nella villa stessa. A nord invece si estende per numerosi ettari il parco romantico realizzato nell’Ottocento per volere di Leopoldo II di Lorena.
Poco prima della metà del XVI secolo la villa e le sue pertinenze divengono proprietà di Cosimo I, che ne avvierà i primi lavori di ammodernamento per poi passare in eredità al figlio e successore nel Granducato, dopo la morte del fratello Francesco, Ferdinando I, che ne intraprenderà la piena ristrutturazione, trasformando la preesistenza medievale, probabilmente simile a un castello turrito, in quella che diverrà il modello della villa di campagna toscana. Al piano terra fu realizzato il cortile, da sempre fulcro dell’edificio, con le soprastanti logge di ponente e di levante, affrescato con due splendidi cicli; uno cinquecentesco riferibile a Cosimo Daddi con scene dedicate alle Gesta di Goffredo di Buglione, antenato di Cristina di Lorena consorte di Ferdinando, l’altro voluto dal principe Don Lorenzo, figlio di Cristina e Ferdinando, databile al secondo quarto del Seicento, realizzato da Baldassarre Franceschini detto il Volterrano e raffigurante i Fasti Medicei. In epoca sabauda, cogliendo l’occasione dei festeggiamenti per il fidanzamento del figlio del Re Emanuele di Mirafiori con Blanche di Larderel, il cortile fu trasformato in salone da ballo con la copertura in vetro e ferro e la chiusura delle logge, oggi di nuovo aperte.
Nel Settecento con l’estinguersi della dinastia medicea la Villa era passata ai Lorena, nuovi granduchi, mentre con l’Unità d’Italia Petraia diverrà una delle residenze predilette di Vittorio Emanuele II e di Rosa Vercellana, la bella Rosina, moglie morganatica del Re. A questo periodo si devono alcune trasformazioni che coinvolsero sia l’allestimento degli interni sia il giardino e che fondamentalmente rispecchiano l’assetto attuale. Oltre alla già citata trasformazione del cortile in salone da ballo con il lucernario da cui pende il grande lampadario di vetro color ametista, furono risistemati gli appartamenti al piano terra e al primo piano per accogliere il nuovo regnante e la contessa di Mirafiori, vi si trovano arredi e parati provenienti dalle regge preunitarie confluite nella dotazione della Corona. Venne inoltre risistemato il cosiddetto Piano della figurina del giardino, quello a livello della villa dalla parte di levante, che prende il nome dalla scultura in bronzo della Venere – Fiorenza, capolavoro del Giambologna, posta a coronamento della fontana, qui trasferita dal Giardino della villa di Castello nel 1788, all’epoca di Pietro Leopoldo di Lorena, ed oggi conservata in una stanza all’interno della villa. Il progetto di sistemazione sabaudo fu redatto nel 1872 da Ferdinando Lasinio e prevedeva oltre alla realizzazione di due grandi voliere ellittiche ed altre gabbie destinate ad accogliere volatili rari, non più in loco, il delizioso Belvedere sull’angolo del giardino a destra della villa dal lato di mezzogiorno che tutt’oggi si può ammirare.
In una sala al piano terra è esposto anche lo splendido gruppo bronzeo dell’Ammannati raffigurante Ercole e Anteo che coronava la fontana un tempo nel Giardino di Castello, oggi sostituita da una copia.
Nel luglio del 2012 sono pervenute a Villa della Petraia le superstiti 14 Lunette di Giusto Utens, raffiguranti le Ville medicee, precedentemente in deposito presso il Museo di Firenze com’era. Le celebri tele, realizzate dall’artista fiammingo per un salone della Villa di Artimino su commissione di Ferdinando I, terminato il restauro, sono esposte in tre sale del piano terreno della Villa nell’allestimento definitivo inaugurato l’11 maggio del 2014 in occasione dei festeggiamenti per l’iscrizione nella lista del patrimonio mondiale UNESCO.
Attiva all’ingresso la nuova audioguida con QR Code o ascoltala e leggi tutti i contenuti sul sito Ville e Giardini medicei in Toscana.
Ascolta “Raccontare l’arte. Ville in ascolto” visite con audio descrizioni. Un progetto inclusivo realizzato da Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti e Associazione Libero Accesso.
Progetto Opus, Patrimonio di Saperi della Direzione regionale musei della Toscana
Altre informazioni, pubblicazioni e fotogallery della Villa medice della Petraia sono nel sito dedicato alle Ville e Giardini medicei in Toscana e La vita nelle ville e nei giardini medicei.
Alcune aperture si effettuano in collaborazione con i volontari delle Associazioni Angeli del Bello e Amici dei Musei fiorentini che affiancano il personale del museo.
Accessibilità disabili: Nella villa sono visitabili solo il cortile e il piano terreno. La visita del giardino è molto difficile per le persone disabili.
All’interno della Villa è presente un punto ristoro